MACERATA – 13 ott. 2023 – La crescita esponenziale del giro d’affari dell’imprenditore, sviluppata attraverso operazioni commerciali compiute in diversi paesi d’Europa e in Italia, promosse e pubblicizzate anche attraverso siti internet e profili Facebook e Instagram, l’assenza totale di dichiarazioni fiscali nonché la mancanza dei minimi requisiti imprenditoriali palesati dal titolare, hanno indotto gli investigatori a ritenere che l’attività commerciale fosse svolta, di fatto, da persona diversa dal senegalese che è risultato essere soggetto «interposto», operante in qualità di mero prestanome. Le perquisizioni eseguite nei confronti di quest’ultimo, nelle unità immobiliari ricadenti nella sua disponibilità, hanno permesso di acquisire elementi probatori comprovanti la sua effettiva titolarità dell’attività d’impresa e di individuarlo come l’ideatore della frode fiscale perpetrata attraverso l’interposizione fittizia di due imprese compiacenti.
Grazie all’oculatezza e alla meticolosità con cui sono state condotte le indagini, coordinate dalla Procura della delegante, hanno ricavato elementi probatori comprovanti le responsabilità penali e amministrative in capo ai soggetti coinvolti, permettendo così la ricostruzione analitica degli acquisti e delle vendite effettuati e le basi imponibili relative alle imposte sottratte all’Erario. Le attività ispettive hanno permesso di quantificare i ricavi non dichiarati in poco oltre € 10.150.000 e l’IVA evasa in €uro 5.170.000. Nel corso delle predette perquisizioni, eseguite anche con l’impiego di una unità cinofila, «Cash dog», specializzata nel rinvenimento di denaro occultato, è stata altresì sequestrata la somma complessiva di € 56.905 in contanti, composta da banconote di vario taglio, divise in mazzette incellofanate abilmente nascoste presso l’abitazione del motociclista anconetano, in quanto costituente parte del profitto conseguito nello svolgimento dell’attività fiscalmente illecita.