TRENTINO – VALLI GIUDICARIE – 8 giu. 2014 – Poteva creare goduriosi incontri gastronomici ed un ottimo guadagno se il bottino fosse stato rivenduto, ma il conto se lo trovano tutto addosso a loro: 1 e 600 euro per i tanti chilogrammi di raccolto del gustosissimo radicchio dell’orso. Invece la “ciberbita alpina” o “lattuga del monte” come gli esperti la chiamano, ha messo nei guai 15 persone che hanno raccolto una quantità superiore della “preziosa” libagione della quale è consentita non oltre i 2 chilogrammi a testa che può essere raccolta.
Gli uomini della Forestale di Pieve di Bono in corso di prevenzione comportamenti non consentiti sulle montagne trentine in materia di raccolta di prodotti commestibili o animali protetti hanno intercettato i 15 malcapitati che non hanno potuto eccepire sul fatto in quanto (è il caso di dire) colti con le mani sul radicchio dell’orso.
Da quì il sequestro da parte degli uomini della Forestale di Pieve di Bono che a norma di legge hanno destinato il prezioso prodotto ad un organo di beneficenza e tra questi il responsabile della parrocchia di Roncone don Celestino Ritz.
Tramite i collaboratori di don Celestino ogni eventuale provento (se non destinato a qualche cucina di qualche Comunità locale) verrà destinato all’Opera del Mato Grosso di Roncone che agisce a sostenere le popolazoni del Mato Grosso in Brasile.
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