LARIDO – CAVRASTO – BLEGGIO SUPERIORE – 12 nov. 2023 – Nella prima giornata della “Festa della Noce” di Cavrasto (venerdì 10) al teatro di Larido nel Bleggio si è svolta la presentazione ufficiale della “Festa della Noce” edizione 2023, curata dalla Confraternita della Noce del Bleggio.
Il Presidente Guido Donati ha raccontato la storia delle noci coltura partendo dagli anni 60 -70. Nei documenti è annotato che si producevano circa 2mila quintali di noci che venivano vendute nel Sorrento, poi lavorate nel napoletano e quindi vendute in America.
Ai giorni d’oggi nel Bleggio si producono circa 30-40 quintali e ci sono circa 10 mila piante. Vi è poi un’altra produzione di piante di noci provenienti dalla Francia. La noce bleggiana è preziosa per una sua caratteristica particolare in quanto la sua propagazione avviene solo per innesto. Il punto nascita è in una serra a Larido dove, da un seme preso da 10 piante madri, crescono le nuove piantine. Finora sono state fatte crescere con questo metodo circa 2mila noci.
Rodolfo Scalfi nella sua esposizione ricorda orgogliosamente che è la prima noce in Italia ad aver ottenuto il presidio SLOW FOOD a causa del suo sapore dolce, speziato e molto aromatico. Nella sua relazione al pubblico un pizzico di storia per precisare che è fondatore con Aldo Giovanella, Felice Dorna del gruppo culturale “Orti Giudicariesi” costituito nel 2018, gruppo che si è allargato anche con la partecipazione di Pierluigi Salvaterra.
Ad oggi ci sono 125 iscritti con tre referenti donne e tre uomini. Orti Giudicariesi è nato per proteggere e tutelare la biodiversità agricola. Attraverso il recupero di vecchie sementi delle Giudicarie usate da almeno 30-40 anni, adattatesi al nostro clima. Il gruppo si prefigge di mantenere vivo l’uso benché siano meno produttive seppur sempre un patrimonio che altrimenti rischierebbe di scomparire.
Un altro intervento importante è stato quello di Nathan Zimbaldi dottore in agronomia con una sua azienda agricola in Val del Chiese dove produce principalmente erbe officinali. Il loro operato si allarga anche alle 160 erbe selvatiche, raccolte, catalogate e di cui fornisco tutte le indicazioni. Inoltre svolge anche l’attività di scambio e consegna a “custodi” dei semi, persone che volontarie si offrono di coltivare le piante e consegnarne parte dei nuovi semi al gruppo per continuare negli anni addivenire.
L’intervento molto interessante di Luigi Battocchi ha raccontato che da qualche anno si occupa del recupero delle vecchie piante di melo e pero. Piante che sono molto resistenti, anche al freddo. Ricorda alcune varietà come “limoncino”, “canada”, “bona luigia”, “rosa mantovana”,“spadona”, “perattola”…. E si recuperano qualità di fagioli non conosciuti come il giallo di Carisolo ecc.
Infine conclude la sera l’intervento di Liliana Binelli come “custode” (di semi) che racconta agli scolari, in alcune scuole elementari la sua attività generando il loro stupore, curiosità e interesse perché vogliono conoscere da dove arrivi il cibo che si trovano nel piatto, e per i “custodi” è un mezzo importante per fare meglio comprendere la preziosità del cibo, la ricchezza della agricoltura e della biodiversità.
Per meglio comprendere le relazioni degli intervenuti nel teatro di Cavrasto grazie a “Orti Giudicariesi” si è potuto ammirare una bella esposizione di sementi con scambio e l’esposizione dell’erbario.
Tutte le foto sono di Patrizia Carli