AMART – AL VIA LA QUINTA EDIZIONE IL 7 NOVEMBRE

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La locandina dell’evento di Milano al Museo Permanente.

MILANO – 24 ott. 2023 – La quinta edizione di AMART, la mostra dell’antiquariato organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi è quasi pronta a inaugurare il prossimo 7 novembre (su invito) e svela un’ulteriore anteprima sulle opere che saranno esposte al Museo della Permanente sino al 12 novembre. Come per la maggior parte delle fiere d’arte, la pittura sarà molto presente anche tra le 65 gallerie di AMART, in particolare l’Ottocento Italiano rappresentato da grandi nomi come Boldini, Fattori, Signorini, Induno da Società di Belle Arti, Galleria D’arte San Barnaba, Galleria d’Arte Mainetti ed Enrico Gallerie. Ma il mondo dell’antiquariato comprende molte altre specializzazioni di cui i galleristi di AMART sono gli esperti. Entrambe nuove per il mercato perché giungono ad AMART da collezioni private.

La Galleria Ajassa specializzata in arte antica cinese proporrà un “Ritratto di dignitari”, Dinastia Qing , mentre un “Bodhisattva Manjusri”, bronzo dorato di 30 cm proveniente dal Tibet sarà tra le molte proposte del gallerista Renzo Freschi specializzato in arte asiatica. Mirco Cattai è un esperto di tappeti Antichi orientali dal Caucaso, Anatolia e nord -ovest della Persia. In Transilvania si ritrovano quasi tutte le tipologie di tappeti “classici” anatolici da cui prendono il nome. Rimanda a Venezia e ai suoi splendidi Palazzi come Ca’ Rezzonico e Mocenigo, ora Musei Civici, lo spettacolare trumeau esposto da Galleria Subert.

Eccezionale e unica è la pendola “à la Géométrie” astronomica, pezzo forte di Top Time, galleria specializzata in orologi e pendole. Oggi questi particolari pezzi lodigiani sono diventati sempre più rari e di alta rilevanza storico-artistica, tanto che alcuni esemplari sono esposti nei più rinomati musei della ceramica, da Faenza a Sèvres. FineArt by Di Mano in Mano presenterà alcune opere straordinarie in una installazione site specific anche quest’anno firmata dal designer Pietro Russo, il tutto pensato come dialogo tra le opere e lo spazio espositivo dello storico palazzo milanese della Permanente.