TORINO – TRIBUNALE – DIRETTORI DI GIORNALE SOLO ITALIANI, INSORGONO I COLLEGHI STRANIERI

Cronaca

ROMA – 26 giugno 2014 – La notizia? Eccola e assai assurda! Riportiamo di seguito il comunicato redatto da ANSI e COSPE inerente alla decisione del Tribunale di Torino di rigettare la richiesta del portale Prospettive Altre di essere registrato come testata giornalistica con una presidente di origine non comunitaria, prendendo una decisione contraria ai pareri del Ministero di Giustizia e dell’Unar.

Torino, 19 giugno 2014 – La direzione di una testata giornalistica è riservata ai cittadini italiani. E’ questa la motivazione del rigetto della domanda di registrazione del sito Prospettive Altre che il Tribunale di Torino ha reso noto ieri. Ansi (Associazione nazionale Stampa interculturale, gruppo di specializzazione Fnsi) e Cospe, promotori della testata realizzata da giornalisti di origine straniera, dopo un’attesa di 5 mesi hanno ricevuto comunicazione e motivazione del rifiuto: Domenica Canchano, giornalista di origini peruviane cresciuta in Italia, iscritta all’Ordine della Liguria e collaboratrice de Il Secolo XIX di Genova, non risponde al requisito della cittadinanza stabilito dalla legge sulla Stampa, n°47 dell’8 febbraio 1948, secondo la quale “il direttore responsabile deve essere cittadino italiano”.

Il rifiuto risulta clamoroso perché contrasta con un parere del ministero di Giustizia elaborato su sollecito del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti proprio su richiesta di Ansi e reso pubblico nel marzo 2014. Il Ministero aveva affermato che la norma contenuta nell’art. 3 della Legge sulla Stampa “nella parte in cui richiede che il direttore responsabile di una testata possa essere solo un cittadino italiano, sia stata abrogata (per incompatibilità) con il d.lgs 286/98”.

Anche l’Unar (Ufficio nazionale anti discriminazioni razziste) aveva ugualmente definito discriminatoria la previsione del requisito di cittadinanza italiana per i direttori responsabili di testate giornalistiche nel settembre 2011. Questi pareri avevano rappresentato i momenti più importanti raggiunti della Campagna per la parità di accesso alla professione giornalistica portata avanti da Ansi fin dalla sua creazione nel 2010. Stupisce che il Tribunale di Torino non abbia tenuto in debita considerazione questi pronunciamenti autorevoli ma, al contrario, abbia affermato che “esistono attività riservate a chi ha il requisito di cittadinanza”.

“Non ci fermiamo davanti a questa risposta negativa, che lede un diritto fondamentale per noi giornalisti che da anni lavoriamo in Italia, molti anche cresciuti e formati qui – commentano Viorica Nechifor e Paula Baudet Vivanco, rispettivamente presidente e segretaria nazionale di Ansi – . Il diritto all’informazione consiste anche nel poterla esercitare in onestà e libertà e noi, come giornalisti di origine straniera vogliamo partecipare in prima persona, come soggetti che praticano il diritto di cronaca e non solo come oggetti di cronaca. Assieme a Cospe e con il supporto prezioso degli avvocati dell’Asgi agiremo per contrastare questa decisione”.

Anche il Sindacato dei Giornalisti sosterrà con forza ogni iniziativa, secondo le parole del presidente della FNSI “la legge che impedisce a un cittadino non italiano di poter essere direttore di testata va cambiata. E’ fuori dalla realtà, appartiene ad un’altra fase storica. Cambiare la legge è un atto di civiltà che va compiuto rapidamente”.

Nel frattempo è intervenuta anche la deputata Marisa Nicchi (capogruppo di Sel in Commissione Affari Sociali), la quale ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministero della Giustizia affinché “sia modificata una legge sulla stampa retrograda e risalente a quasi 70 anni fa, consentendo anche ai cittadini stranieri regolarmente presenti sul nostro territorio di aprire una testata giornalistica”.

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