TRENTO – PAOLO DALPONTE IN “WUNDERKAMMER” IN MOSTRA ALLO SPAZIO FOYER

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TRENTO – 13 nov. 2023 – A vernice avvenuta – il 9 novembre giovedì scorso – a Trento, presso lo spazio Foyer di via Galilei aperta sino al 23 novembre con la personale di Paolo Dalponte dal titolo «Wunderkammer», a cura della critica d’arte Elisabetta Doniselli. Un artista del Lomaso che vanta più di 60 mostre al suo attivo, in Italia e stero. Poalo Dalponte è nato a Poia di Lomaso nel1958 e la sua formazione nasce dagli studi all’Istituto Statale d’Arte Applicata «A. Vittoria» di Trento. All’estero nono sono mancati i successi tra cui la mostra allestita in Bulgaria, a Gabrovo, città nota per essere la capitale internazionale dell’umorismo e della satira.

L’artista Paolo Dalponte e la curatrice Elisabetta Donzelli

La curatrice Elisabetta Doniselli, della mostra di Trento sottolinea  in un passo del suo intervento critico: “Lasciare scorrere la fantasia, essere vigili sul senso del creare in ambito artistico, non porsi limiti nel gioco degli abbinamenti, può essere una dimensione non comune del pensiero umano, in genere soffocata dai ritmi socio-culturali attuali; può spiegarsi quale esercizio della mente, da coltivare attraverso attitudini d’osservazione, di riflessione sulla realtà iconica del presente, di recupero dell’immenso panorama della storia dell’arte, soprattutto del meccanismo che ha prodotto l’arte surrealista nel primo Novecento”.

Paolo Dalponte, Pornocrazia.

Nella presentazione la curatrice va ben oltre e continua con “quello che contraddistingue i lavori di Paolo Dalponte, però, non è il ricorrere all’elemento fantastico o a atmosfere metafisiche”. La sua invenzione fruga nel presente, a volte utilizza frammenti del passato, ma sempre in modo ingordo, con incontenibile capacità di abbinare cose, oggetti, anche animali, che dalla matita escono freschi ed ignari, seppur nella loro complessità, nella loro potenzialità assurda. Elisabetta Doniselli nella presentazione dell’artista ha posto l’evidenza: “In origine ogni singolo frammento possiede una propria storia, una collocazione logica sugli scaffali del nostro cosmo noto, un’identità che, però, è solo uno spunto per Dalponte, un guizzo onirico per avviare una nuova dimensione del manufatto in tutto diversa dalla realtà”.

Paolo Dalponte, Il giardino di Aladino.

Ma continuando nella illustrazione spiega che a proposito della mostra di via Galilei “la Wunderkammer nella sua accezione storica, – afferma la curatrice – era stato un contenitore di meraviglie, nato dalla volontà di collezionare ed al tempo stesso conservare pazientemente tutto ciò che le scoperte geografiche del XVI-XVII sec. L`interesse per la rarità, per ciò che è strano e per il meraviglioso, trova in tal senso l’esempio più significativo nella Wunderkammer praghese, di Rodolfo II d`Asburgo (1552-1612) che tesaurizza un cosmo di meraviglie non indifferente al prestigio di tale raccolta. «Non a caso Praga per Dalponte è una città-gioiello, per il suo fascino complessivo, per la sua storia, la sua gente. E come lo strano sotto forma di esotico, di insolito nelle naturalia così come nelle artificialia ha caratterizzato quella famosa collezione – purtroppo in buona parte dispersa – così sembra di assistere al medesimo meccanismo nelle cose inventate da Dalponte: oggetti criptici e introvabili, se non nella mente del loro creatore.